Premessa
Oggi ero indeciso su che articolo portarvi: le razza da latte o i lati fermentati? Niente da fare, parliamo di ambiente!
In settimana, girovando con il mio profilo privato su Facebook ho incontrato un post, che richiede, a mio parere, un commento da chi lavora nel settore agricolo.
A questo punto arriva la premessa vera e propria: sono un ragazzo di 19 anni che studia ancora, aiuto in azienda e mi occupo del marketing, dell’alimentazione degli animali, della genetica di stalla e di altre piccole cose.
Cercherò di essere il più oggettivo possibile nella stesura dell’articolo.
L’articolo
L’articolo in questione è visibile qui.
L’obiettivo è quello di ridurre il consumo di carne e latticini, e di andare contro l’allevamento intensivo per ridurre l’inquinamento atmosferico.
La crescita della popolazione
Come visibile nell’immagine, l’aumento di popolazione a livello mondiale, non sarà dovuto ai paesi già sviluppati, bensì ai Paesi in via di sviluppo, in primis l’Africa.
Ora, se bisogna soddisfare oltre 10 milioni di persone, come possiamo permetterci di produrre meno? Il latte è un alimento completo, (leggi gli articoli precedenti per averne una dimostrazione) e non ha un costo elevato.
L’allevamento intensivo e quello estensivo non sono affatto in competizione come si crede.
Il primo ha lo scopo di produrre per sfamare la popolazione mondiale, il secondo si occupa delle nicchie di mercato.
Come sta evolvendo l’allevamento intensivo?
Non tutti sanno che l’allevamento è in continua evoluzione tecnica. Ogni mese vengono pubblicati articoli scientifici per migliorare il benessere animale, per migliorare l’efficienza alimentare e per ridurre l’impatto sull’ambiente.
Già, perché non sembra, ma da alcuni anni a questa parte, grazie alla creazione di modelli dinamici di alimentazione (CNCPS, Cornell Net and Carbohydrate and Protein System), è possibile teorizzare la liberazione nell’ambiente di metano, azoto, fosforo e non solo. L’obiettivo di questo modello è di permettere la riduzione dei gas serra liberati dagli allevamenti e di migliorare l’utilizzo degli alimenti da parte delle aziende.
Perché quindi andare contro gli allevamenti?
Non sono qui per teorizzare questioni politiche o altro: l’unica domanda che mi pongo e alla quale vorrei trovare una risposta è: “perché questo accanimento contro gli allevamenti?“.
Molto spesso mi chiedo se qualcuno si rende conto che tutti gli allevatori sono anche agricoltori, perché producono ciò che i loro animali mangiano.
E se non ci impegniamo noi a migliorare l’ambiente, che lavoriamo a contatto con esso e con la natura,chi altro lo farebbe?
Siamo i primi che si accorgono dei cambiamenti climatici visto che dipendiamo costantemente dal tempo atmosferico!
A questo punto vorrei porre l’attenzione su un ultimo punto: tutti gli allevatori sono prima di tutto persone, che lavorano come tutti gli altri.
Una sottile differenza però c’è: sono pochi quelli come noi che sono disposti a lavorare tutti i giorni e ad alzarsi di notte per verificare che gli animali al parto non abbiano problemi, che la mandria abbia un adeguato livello di benessere.
Ricordatevi che una mandria sana aiuta l’allevatore nel suo lavoro, ed egli è la prima persona che ci tiene ad avere animali che stiano bene.
Ci sarebbero mille altre cose di cui parlare, ma voglio parlarvi di un progetto particolare la settimana prossima. Ciò vuol dire che i fermentati del latte aspetteranno ancora.
Vi aspetto la settimana prossima, stesso posto,stesso giorno!
Ringraziamenti
Nonostante non siano soggetti attivi su questo blog, ringrazio i Commercial Dairy Farmers, un gruppo su Facebook, risevato ad allevatori che mi spingono indirettamente a fare sempre meglio e mi aiutano a capire ogni giorno che voglio migliorare sempre più l’allevamento della nostra azienda. Inoltre li ringrazio anche per i dati che spuntano nei vari post: lì userò negli articoli se ne avrò bisogno!