Come ottenere un buon silomais?

Non vogliamo solo spiegarvi come ottenere un buon silomais, ma vogliamo anche fare il punto della situazione su un fattore che troppo spesso viene lasciato a sè, ossia la rottura della granella.

Le buone regole per ottenere un buon silomaisCome ottenere un bun silomais: parte tutto dal campo

Prima di tutto andate in campo spesso nel periodo vicino alla raccolta: è vero che il miglioramento genetico delle piante ci viene incontro con lo staygreen, ma se seminate un precoce state attenti: fa presto a scappare!
Se volete un silomais abbastanza secco come noi (circa 35% ss, clicca qui per leggere le nostre idee a riguardo) prestate attenzione particolare alla granella: non appena sarà comparso il punto nero in tutti i chicchi, vuol dire che il periodo di accumulo è terminato. E’ proprio questo l’indicatore che noi utilizziamo per decidere il momento per la trinciatura.

Oltre a ciò, vi raccomandiamo di avere un cantiere di trinciatura adeguato e di mantenere un occhio di riguardo alla lunghezza di taglio: se volete un silomais abbastanza umido (28-30% ss) potete tranquillamente utilizzare Shredlage o comunque tagliare lungo (anche 3 cm), mentre invece se preferite un prodotto abbastanza secco, la lunghezza che personalmente vi consigliamo è di 1 cm.

Ma ora veniamo al dunque: come ottenere un buon silomais con granella sufficientemente rotta.

La granella nel silomaisCome ottenere un buon silomais: ridurre al minimo la granella intera è un fattore fondamentale

Anche nella nostra azienda non ci abbiamo mai fatto caso, ma quest’anno guardando il silomais capita ogni tanto di vedere dei chicci interi nella massa. E allora, che sia il caso di cominciare a pensare di rompere di più questa granella?

I terzisti non me ne vogliano, chiudere i rompigranella comporta senza dubbio un aumento dei consumi e una velocità di avanzamento ridotta, ma il prodotto che ne uscirà sarà migliore per l’allevamento.

Come ottenere un buon silomais: valutazione dell'insilato
Fonte: Bill Mahanna , Raccolta del Silomais: i vari attori devono cooperare e comunicare

A questo proposito ci viene a supporto anche un articolo di Bill Mahanna, nel quale egli sottolinea l’importanza della rottura della granella. Per farvi capire meglio la questione, possiamo spiegarvelo in maniera più semplice.
Pensate al mais: l’animale “digerisce” maggiormente l’amido della farina rispetto al chicco intero. Lo stesso concetto vale anche in trincea.
Per questo vi invito a parlare col vostro terzista non solo della lunghezza di taglio ma anche del rompigranella. Questo perché una granella più frantumata permette una maggiore assimilazione da parte degli animali.

E ciò vuol dire che il 34 in amido che possiamo trovare in laboratorio, si avvicina maggiormente a quello che gli animali riescono a utilizzare.

 

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